Horses - Cavalli Victims - Vittime Chariot - Carro
PAP
Press Release: Extraordinary discovery among the
tunnels of illegal excavations
PAP
Press Release: The excavations of Civita Giuliana
PAP
Press Release: Intact cast of a horse created for
the first time at Pompeii
PAP
Press Release: Civita Giuliana – press conference
of 10 may 2018
PAP
Press Release: A third thoroughbred with an
elaborate military harness has been discovered in the stable of Civita Giuliana
PAP Press Release: “The traces of pain”. The victims of Cività Giuliana: the latest plaster casts of Pompeii
PAP
Press Release: The Four-Wheeled
Processional Chariot. The Latest
Discovery of Pompeii
PAP comunicati stampa: Scoperta straordinaria tra i cunicoli di scavi
clandestini
PAP comunicati stampa: Gli scavi di Civita Giuliana
PAP comunicati stampa: Il calco integro di un equino per la prima volta
realizzato a Pompei
PAP comunicati stampa: Civita Giuliana – conferenza Stampa del 10 maggio 2018
PAP comunicati stampa: Scoperto un terzo cavallo di razza con ricca bardatura
militare nella stalla di Civita Giuliana
PAP comunicati stampa: “L’impronta del dolore” Le vittime di Cività Giuliana:
gli ultimi calchi di Pompei
PAP comunicati stampa: il carro da parata di Cività Giuliana l'ultima scoperta
di Pompei
Stefani, G. 1994. Pompei: Vecchi Scavi Sconosciuti.
SAP Monografie 9. Roma: L'Erma di Bretschneider.
Location of the Cività Giuliana Villa to the north of Pompeii. 2018.
Between
1907 and 1908, the Marquis Giovanni lmperiali carried
out excavations in the area immediately to the north of the current area, and
whose reports were published in 1994 with a monograph by the Superintendency.
In 1955, the Archaeological Superintendence, just
behind one of the excavations carried out during the current investigation,
brought to light the walls; interesting was the presence of two walls parallel
and perpendicular to the road layout, joined by a connecting
wall in opus craticium.
The
current excavation operation [2018], in Cività Giuliana, around 700m northwest
of the walls of Ancient Pompeii, as well as confirming this data, has brought
to light the servile-productive sector of a large villa, which had already been
partially investigated at the beginning of the 20th century, and the area (to
the south and southwest of the structure) dedicated to agricultural use. This
structure includes at least 5 quadrangular rooms (4x3.5m), all affected by the
collapse of the roof tiles and flooring of the upper floor, of which only
traces of the beams remain.
Posizione della Villa di Cività Giuliana a
nord di Pompei. 2018.
Tra il 1907 e il 1908, nella zona immediatamente a nord
di quella in esame, erano stati condotti scavi ad opera del Marchese Giovanni
Imperiali, i cui resoconti sono stati pubblicati nel 1994 con una monografia
della Soprintendenza.
Nel 1955, la Soprintendenza Archeologica, proprio a
ridosso di uno dei saggi praticati durante l'attuale indagine, ha portato alla
luce dei setti murari; interessante la presenza di due muri paralleli e
perpendicolari al tracciato stradale, uniti da un muro di collegamento in opus
craticium
L'attuale campagna di scavo [2018], in località Civita
Giuliana, area a circa 700 m a nord-ovest delle mura dell'antica Pompei, oltre
a confermare tali dati, ha messo in luce il settore produttivo – servile di
un'ampia villa già, in parte, indagata agli inizi del '900 e l'area (sud e
sud-ovest della struttura) destinata ad uso agricolo. Questa struttura
comprende almeno 5 ambienti di forma quadrangolare (4 x 3,50 m), tutti
interessati dal crollo delle tegole del tetto e del pavimento del piano
superiore. di cui è rimasta la traccia solo delle orditure delle travi.
Photograph © Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. Plan of rooms and tunnels. Among other things, it has been established that the chariot which has now been unearthed had miraculously escaped the looting of grave robbers, despite being literally touched by the tunnels dug by the perpetrators at a depth of over 5 metres.
Room
'd' is characterised on the western side by the presence of a door and a small,
splayed window, of which the wooden jack arch is still preserved; on the
eastern side there is but one quadrangular window, an opening through which
pyroclastic flow deposits (the surge, i.e. consolidated ash) poured from the
final phases of the Plinian eruption.
The
southern wall houses a quadrangular niche - a small lararium, bordered by a
plaster frame, within which a quadrangular marble base was discovered.
Underneath was a censer cup, two pots and a lamp, resting on a wooden shelf of
which it was possible to make a plaster cast.
The
uniqueness of the burial of the room, being almost entirely occupied by the
pyroclastic flow {surge}, has allowed us to create plaster casts of two items
of furniture, one is certainly a bed and the other likely a similar specimen,
and to recover traces of a mat or piece of fabric positioned over the rope bed
base.
On
the floor formed of a simple layer of compacted earth, various finds were made,
including: three amphorae (one damaged by the illegal excavators) for
containing wine and oil; a pot; a long iron saw, and animal bone fragments.
Room
'e' turned out to be a stable. In this room, too, the presence of pyroclastic flow
has allowed us to produce plaster casts. These were of a long wooden trough,
positioned along the southern wall, and two equids, found in front of the
trough, collapsed on the ground during the eruption. A third horse was found
but it was not possible to make a plaster cast.
One
of the animals, untouched by the actions of the illegal excavators, was
recovered intact, with the complete and connected skeletal structure, harnessed
with bit and iron bridle, Between the ears, on the occipital bone, bronze
decorative elements which were probably applied to leather elements (since disappeared)
were found.
In
the second phase of excavation the bodies of two human victims were also found
and casts made. The bodies were found in a side room of the cryptoporticus, in
the form of a passageway below the villa which led to the upper floor.
In the
third phase in room "f" a four wheel processional chariot was found and casts made that preserved the shaft and
platform of the chariot, as well as the imprints of ropes.
Cività Giuliana. Febbraio 2021. Pianta di stanze e gallerie. E’ stato accertato,
tra l’altro, che proprio il carro portato ora alla luce è miracolosamente
scampato all’azione di saccheggio dei tombaroli, essendo stato letteralmente
sfiorato da due cunicoli scavati da questi ultimi ad oltre 5 metri di
profondità.
Il muro
meridionale ospita un'edicola quadrangolare, un piccolo lararium, delimitato da
una cornice d'intonaco, all'interno del quale si è rinvenuta una basetta
quadrangolare in marmo e sotto cui erano posti una coppa-incensiere, due
pentole ed una lucerna, poggiati su una mensola lignea di cui è stato possibile
eseguire il calco in gesso.
La
particolarità delle modalità di seppellimento dell'ambiente, occupato per quasi
la totalità dal flusso piroclastico (surge), ha permesso di realizzare i calchi
in gesso anche di due arredi, uno sicuramente un letto e l'altro forse un altro
esemplare simile, e di recuperare le tracce di una stuoia o tessuto posta la di
sopra della rete in corda del letto.
Sul pavimento
costituito da un semplice piano in terra compattata si sono recuperati: tre
anfore (una danneggiata dagli scavatori clandestini) destinate a contenere vino
ed olio; una pentola; una lunga sega in ferro;
frammenti ossei di animali.
L'ambiente 'é' è risultato essere una stalla. Anche in questo ambiente
la presenza del flusso piroclastico ha permesso di effettuare dei calchi in
gesso. Si tratta di una lunga mangiatoia in legno, posta lungo la parete
meridionale e di due equidi, rinvenuti davanti la mangiatoia, stramazzati al
suolo durante l'eruzione. È stato trovato un terzo cavallo ma non è
stato possibile realizzare un calco in gesso.
Uno degli
animali, non toccato dalle attività degli scavatori clandestini, è stato
ritrovato integro, con l'apparato scheletrico completo in connessione, bardato
con morso e briglie in ferro e sull'osso occipitale, tra le orecchie, elementi
decorativi in bronzo applicati probabilmente su elementi di cuoio non
rinvenuti.
Nella seconda fase di scavo sono stati trovati anche i corpi di due
vittime umane e sono stati realizzati calchi. I corpi sono stati individuati in un vano laterale del
criptoportico, corridoio di passaggio sottostante della villa, che consentiva
l'accesso al piano superiore.
Nella terza fase nella stanza "f" è stato trovato un carro
processionale a quattro ruote e sono stati realizzati calchi che conservavano
l'albero e la piattaforma del carro, così come le impronte delle corde.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
An
exceptional find for Pompeii. For the first time it is possible to restore, via
the technique of casts, the intact outline of a horse discovered in one of the
rooms of the Cività Giuliana excavation.
Vittima 91. febbraio 2021. Calco in
gesso del primo cavallo da Villa 52, a Cività Giuliana, Pompei nell'Antiquarium
di Pompei.
Un ritrovamento eccezionale per Pompei. Per la prima
volta è possibile restituire, attraverso la tecnica dei calchi, la sagoma
integra di un cavallo rinvenuto in uno degli ambienti dello scavo di Civita
Giuliana.
Photo courtesy of
Fabien Bièvre-Perrin (CC BY-NC-SA).
Victim 91. January 2018. Plaster cast of
the horse of loc. Cività Giuliana. The animal rests on the ground on its left
side, with the right side visible.
The hind limbs seem to have been disturbed
by the activities of the grave robbers who have targeted the area in recent
times.
The visible skeletal remains of the animal
show good ossification, indicating an adult individual. The radiological
examination of the skeleton will be able to yield more precise information in
this regard, and also supply information on the osteological health of the animal
(eg. skeletal pathology).
Identification of a species is currently
not completely certain. From a preliminary analysis based on the morphology of
the outline, proportions and height at the withers (the measurement from the
shoulder - scapula - to the ground), it seems probable that the discovered
equid is a horse (Equus caballus).
Vittima 91. Gennaio
2018. Calco in gesso del cavallo di loc. Civita Giuliana. L'animale poggia sul
suolo con il fianco sinistro e mostra allo sguardo quello destro. Gli arti
posteriori sembrano sconvolti dalle attività dei tombaroli che hanno interessato
l'area in tempi recenti.
I resti
scheletrici visibili dell'animale mostrano una buona ossificazione
riconducibile ad un individuo adulto. L'esame radiologico dello scheletro potrà
restituire dati più precisi al riguardo ed anche fornire informazioni sullo
stato di salute osteologica dell'animale (es. patologie scheletriche).
L'attribuzione
alla specie non è al momento del tutto certa. Da un'analisi preliminare basata
su morfologia della sagoma, proporzioni e altezza al garrese (la misura dalla
spalla -scapola- a terra) sembra probabile che l'equide ritrovato sia un
cavallo (Equus caballus).
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
Victim 91. January 2018. Plaster cast of
the horse of loc. Cività
Giuliana. Calco in gesso del cavallo di loc. Civita
Giuliana.
The animal displays a height at the withers
of approx. 150 cm. One must bear in mind that ancient horses were probably
smaller compared to those alive today. It is all the more remarkable,
therefore, that the Cività Giuliana horse exhibits dimensions which were
considerable for the time, which could suggest the existence of selectively
bred individuals in the area of Pompeii in AD 79.
In addition, the horse exhibits an iron
harness with small bronze studs in the skull area. This presence could attest
to the value and role of this animal.
Other remains of equids have been
identified in the area of the 'thunder' collapse, whose collapse itself could have
been caused by the presence of a significant number of cavities in the
sediment, corresponding to the animal carcasses.
Columella (De Re Rustica, VI, 27) reports
that "equine livestock was divided into three categories. There was a more
noble breed, which lent the horse well to circus games and races; then there
were mules which, for the benefits gained from their offspring, could be
compared to the noble breed; and finally, to speak of the least precious of
all, the vulgar breed should be mentioned, which produced mediocre males and
females".
The Cività Giuliana horse must have
belonged to the 'noblest breed'. It was an indicator of the wealth of its owner
due to its imposing size, likely the result of careful breeding, and to the
precious harness in iron and bronze. This horse must have been a symbolic
animal, which unfortunately, despite its high symbolic value, suffered the same
fate as many other equids present in the numerous stables (e.g. equids of the
Chaste Lovers) which were widespread in Pompeii and the extra-urban villas at
the time of the eruption in AD79.
Vittima 91. Gennaio
2018. L'animale mostra un'altezza al garrese di ca. 150 cm. Sebbene, bisogna
tener presente che i cavalli antichi erano probabilmente di taglia ridotta
rispetto a quelli attuali, il cavallo di Civita Giuliana ha dimensioni
considerevoli, per l'epoca, che potrebbero suggerire l'esistenza di individui
altamente selezionati nell'area di Pompei nel 79 d.C.
Il cavallo
mostra, inoltre, nella zona del cranio finimenti in ferro con piccole borchie
in bronzo. Tale presenza potrebbe essere ricondotta al valore e ruolo di questo
animale.
Altri resti di
equidi sono stati individuati nella zona del crollo del "tuono", il
cui crollo stesso potrebbe essere stato causato dalla presenza di un numero
consistente di vuoti nel sedimento, corrispondenti a carcasse di animali.
Columella (De
Re Rustica, VI, 27) riporta che il bestiame equino si divideva in tre
categorie. Vi era una razza più nobile, che offriva cavalli per i giochi del
circo e per le gare; poi vi erano i muli, che per i guadagni dati dalla loro
prole potevano essere paragonati alla razza nobile; ed infine, come meno
pregiata di tutte, viene menzionata la razza volgare, che produceva mediocri
maschi e femmine.
Il cavallo di
Civita Giuliana doveva far parte della "razza più nobile". Esso era
uno indicatore della ricchezza del padrone per la sua imponenza dimensionale,
probabilmente frutto di accurate selezioni, ed i sui
finimenti di pregio, in ferro e bronzo. Questo cavallo deve essere stato un
animale di rappresentanza che, purtroppo, nonostante l'alto valore simbolico,
ha subito lo stesso destino di molti altri equidi presenti nelle numerose
stalle (es: equidi dei Casti Amanti) diffuse a Pompei e nelle ville extraurbane
al tempo dell'eruzione del 79 d.C.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
January 2018. Head of the horse of loc. Cività Giuliana.
Gennaio 2018. Testa del cavallo del loc. Cività Giuliana.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
January 2018. Impression of the left ear of
the horse of loc. Cività Giuliana with detail of the iron and bronze harness.
The autopsy examination of the left ear imprint,
perfectly visible in the ash, highlighted dimensional and morphological
characteristics attributable to the horse rather than to a mule or donkey.
In addition, the horse exhibits an iron
harness with small bronze studs in the skull area. This presence could attest
to the value and role of this animal.
Gennaio 2018. Impronta
dell'orecchio sinistro del cavallo di loc. Civita Giuliana con dettaglio dei
finimenti in ferro e bronzo.
L'esame
autoptico dell'impronta dell'orecchio sinistro, perfettamente visibile nel
tuono, ha evidenziato caratteristiche dimensionali e morfologiche riconducibili
al cavallo piuttosto che a mulo o bardotto.
Il cavallo
mostra, inoltre, nella zona del cranio finimenti in ferro con piccole borchie
in bronzo. Tale presenza potrebbe essere ricondotta al valore e ruolo di questo
animale.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
January 2018. Cast of first horse, victim
91, and of the legs of second horse.
Victim 91 is an adult male horse.
The horse was found in the Villa Imperiale in
località Civita Giuliana, in the stables (room E).
See Osanna,
N., Capurso, A., e Masseroli, S. M., 2021. I Calchi di Pompei da Giuseppe
Fiorelli ad oggi: Studi e Ricerche del PAP 46, p. 535-6, Calco n. 91.
Gennaio 2018. Calci del primo cavallo, vittima 91, e delle gambe del
secondo cavallo.
La vittima 91 è un cavallo maschio adulto.
Il cavallo è stato ritrovato nella Villa Imperiale in località Civita
Giuliana, nella stalla (ambiente E).
Vedi Osanna,
N., Capurso, A., e Masseroli, S. M., 2021. I Calchi di Pompei da Giuseppe
Fiorelli ad oggi: Studi e Ricerche del PAP 46, p. 535-6, Calco n. 91.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
January 2018. Legs of second horse.
Gennaio 2018. Gambe del secondo cavallo.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
December 2018. A third thoroughbred with an
elaborate military harness has been discovered in the stable of Cività Giuliana,
as part of the recent excavation campaign.
The digging of the tunnels by the
grave-robbers, along with the cementing up of the cavities, made it impossible
to create a cast of the third horse.
Dicembre 2018.
Un terzo cavallo di razza con ricca bardatura militare è stato scoperto nella
stalla di Civita Giuliana.
La
realizzazione dei tunnel da parte dei tombaroli e la conseguente
cementificazione delle cavità, non hanno permesso di realizzare il calco del
terzo cavallo.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
July 2018. The current excavation operations,
which began in July, have fully unearthed this room and have identified the remaining
part of the second horse.
It is laying on its right side, with the
skull resting on the front left leg.
Presumably tied to the trough, it was
unable to struggle free.
Luglio 2018.
Le attuali operazioni di scavo, avviate nel mese di luglio, hanno messo in luce
integralmente tale ambiente e hanno individuato la parte restante del secondo
cavallo.
È disteso sul lato destro, con il cranio
appoggiato sulla gamba anteriore sinistra.
Presumibilmente
legato alla mangiatoia, non era riuscito a divincolarsi.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
Among
the identified rooms, a stable emerged containing equine remains. The cast
technique has allowed us to identify a trough whose structure, probably
constructed in perishable materials, is still visible, thanks entirely to the
plaster cast.
In
the same way, in the central part of the stable, the identification of a cavity
caused by the decay of organic material has allowed us to create a plaster cast
of an equid.
Dicembre 2018. Nella prima fase di scavo era stata
identificata una mangiatoia lignea di cui è stato possibile realizzare un
calco, la sagoma integra di un cavallo e le zampe di un secondo animale. Le
attuali operazioni di scavo, avviate nel mese di luglio, hanno messo in luce
integralmente tale ambiente e hanno individuato la parte restante del secondo
cavallo.
Tra gli ambienti individuati è emersa una stalla con
resti equini. La tecnica dei calchi ha permesso di identificare una mangiatoia
la cui struttura, probabilmente costruita in materiale deperibile, è ancora
visibile unicamente grazie al calco in gesso.
Allo stesso modo l'individuazione, nella zona centrale
della stalla, di un vuoto causato dal deperimento di materiale organico, ha
consentito la realizzazione di un calco in gesso di un equide.
Photograph © Parco Archeologico di Pompei.
December 2018. The current excavation operations,
which began in July, have fully unearthed this room and have identified the remaining
part of the second horse and a third equid, along with the remains of an
elaborate military harness.
One of the two is laying on its right side,
with the skull resting on the front left leg. Presumably tied to the trough, it
was unable to struggle and free itself.
The other lies sprawled on its left side,
and the iron bite is preserved under the jaw. The digging of the tunnels by the
grave-robbers, along with the cementing up of the cavities, made it impossible
to create a cast of the third horse.
During the excavation of the body, five
bronze finds also came to light. Four heavily reworked conifer-wood finds,
coated in bronze lamina and half-moon shaped, were found on the ribs of the rib
cage; a fifth object formed of three hooks with rivets connected by a ring to a
disc, also in bronze, was recovered from under the belly, near the hind limbs.
The shape of these elements, and
comparisons found in literature, suggest that they belong to a particular type
of four horned saddle, which consisted of a wooden structure with four horns,
two front and two rear, covered with bronze plates which gave stability to the
rider, in an era prior to the invention of stirrups. Saddles of this type had
been used in the Roman world since the 1st century AD, particularly in military
contexts. There were four ring joints for every harness, and they were used to
connect various leather straps and lock the saddle in place on the horse's
back. Such harnesses were certainly used for military parades.
Other elements which formed part of the
'ornamentation' of the horse can be identified behind the back, where traces of
plant fibres suggest the presence of a cloth/mantle. A further cast in the
space between the front and hind legs suggests that there was a bag. It is
likely that some of the missing harnesses were stolen by the grave robbers.
Dicembre 2018.
Le attuali operazioni di scavo, avviate nel mese di luglio, hanno messo in luce
integralmente tale ambiente e hanno individuato la parte restante del secondo
cavallo e un terzo equide con i resti di una ricca bardatura di tipo militare.
Le attuali
operazioni di scavo, avviate nel mese di luglio, hanno messo in luce
integralmente tale ambiente e hanno individuato la parte restante del secondo
cavallo e un terzo equide con i resti di una ricca bardatura di tipo militare.
Dei due, l'uno
giace riverso sul fianco destro, con il cranio ripiegato sulla zampa anteriore
sinistra. Presumibilmente legato alla mangiatoia, non era riuscito a
divincolarsi.
L'altro giace
riverso sul fianco sinistro, e sotto la mandibola conserva il morso in ferro.
La realizzazione dei tunnel da parte dei tombaroli e la conseguente
cementificazione delle cavità, non hanno permesso di realizzare il calco del
terzo cavallo.
Durante la fasi di scavo del corpo sono, inoltre, venuti alla luce
cinque reperti bronzei. Sulle coste della gabbia toracica, fortemente
rimaneggiate, si sono individuati quattro reperti in legno di conifera
rivestiti di lamina bronzea di forma semilunata; un quinto oggetto, sempre in
bronzo, è stato recuperato sotto il ventre, in prossimità degli arti anteriori,
formato da tre ganci con rivetti collegati da un anello a un disco.
La forma di
questi elementi e i confronti in letteratura fanno ipotizzare che appartengano
a un tipo particolare di sella definita a quattro corni, formata da una
struttura di legno rivestita con quattro corni, due anteriori e due posteriori,
ricoperta da placche di bronzo che servivano per dare stabilità al cavaliere,
in un periodo in cui non erano state inventate le staffe. Selle di questo tipo
sono state utilizzate nel mondo romano a partire dal I secolo d.C. ed in
particolare in ambito militare. Le giunzioni ad anello erano quattro per ogni
bardatura e servivano a collegare diverse cinghie di cuoio per bloccare la
sella sul dorso del cavallo. Si tratta sicuramente di bardature militari da
parata. Ulteriori elementi riferibili agli "ornamenta" del cavallo
sono documentati dietro la schiena, dove tracce di fibre vegetali lasciano
ipotizzare la presenza di un drappo/mantello e nello spazio tra le zampe
posteriori ed anteriori, in cui un ulteriore calco suggerisce la presenza di
una sacca. E' probabile che parte dei mancanti
finimenti siano stati trafugati dai tombaroli.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
December 2018. Three horses and wooden stall.
According to Massimo Osanna "The three horses, perhaps like the first
which was discovered and analysed, must have belonged to the 'noblest breed' of
display animals, as indicated by their imposing size - likely the result of
selective breeding - and the quality of their iron and bronze harnesses. These
exceptional discoveries confirm that this was a prestigious estate, with richly
frescoed and furnished rooms, and sumptuous sloping terraces facing onto the
Gulf of Naples and Capri, as well as an efficient servant's quarter, with a
farmyard, oil and wine warehouses and densely cultivated lands, even according
to the first investigations of the early twentieth century. In 2019, two
million euros from the ordinary finds of the Archaeological Park will be
allocated for the expropriation of land and continuation of excavations, with a
view to an eventual opening to the public."
Dicembre 2018.
Tre cavalli e una mangiatoia lignea. Secondo Massimo Osanna "I tre
cavalli, come forse il primo rinvenuto ed analizzato, dovevano far parte della
"razza più nobile', animali di rappresentanza, per la loro imponenza
dimensionale, probabilmente frutto di accurate selezioni, e per i finimenti di
pregio, in ferro e bronzo. Questi eccezionali ritrovamenti confermano che si
trattava di una tenuta prestigiosa, con ambienti riccamente affrescati e
arredati, sontuose terrazze digradanti che affacciavano sul golfo di Napoli e
Capri, oltre ad un efficiente quartiere di servizio, con l'aia, i magazzini per
l'olio e per il vino, e ampi terreni fittamente coltivati, anche stando a le prime indagini di inizio Novecento. Nel 2019 saranno
stanziati due milioni di euro, dai fondi ordinari del Parco archeologico, per
procedere all'esproprio dei terreni e per proseguire le indagini di scavo, al
termine delle quali sarà possibile l'apertura al pubblico."
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
December 2018. Cast of a wooden trough.
Dicembre 2018.
Calco di una mangiatoia di lignea.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
December 2018. The intervention revealed a
series of rooms from a large, exceptionally well-preserved suburban villa,
along with varied finds (amphorae, kitchen utensils and part of a wooden bed, a
cast of which has been made).
Dicembre 2018. L'intervento aveva portato alla luce una serie di
ambienti di servizio di una grande villa suburbana conservata in maniera
eccezionale, con diversi reperti (anfore, utensili da cucina, parte di un letto
in legno di cui è stato possibile realizzare il calco).
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
January 2018. Varied finds (amphorae,
kitchen utensils and part of a wooden bed, a cast of which has been made).
Gennaio 2018. Diversi reperti (anfore, utensili da cucina, parte di un
letto in legno di cui è stato possibile realizzare il calco).
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
January 2018. Part of a wooden bed, a cast
of which has been made.
Gennaio 2018. Parte di un letto in legno di cui è stato possibile
realizzare il calco.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
Victims
92 and 93. February 2021. Plaster-cast of victim 92, a young slave (rear) and victim
93, an adult man (front), from Cività Giuliana, in Pompeii Antiquarium.
Photo courtesy of Fabien Bièvre-Perrin (CC
BY-NC-SA).
Vittime 92 e 93. Febbraio 2021. Calco
in gesso della vittima 92, un giovane schiavo (dietro) e della vittima 93,
un uomo adulto (davanti), da Cività Giuliana, all'Antiquarium di Pompei.
Foto per gentile concessione di Fabien
Bièvre-Perrin (CC BY-NC-SA).
Victims
92 and 93. February 2021. Plaster-cast of a young slave, victim 92 (right), and
an adult man, victim 93 (left), from Cività Giuliana, in Pompeii Antiquarium.
Photo courtesy of Fabien Bièvre-Perrin (CC
BY-NC-SA).
Vittime 92 e 93. Febbraio 2021. Calco in gesso di
un giovane schiavo, vittima 92 (a destra), e un uomo adulto, vittima 93 (a
sinistra), da Civita Giuliana, all'Antiquarium di Pompei.
Foto per gentile concessione di Fabien
Bièvre-Perrin (CC BY-NC-SA).
November
2020. Side room of the cryptoporticus, in the form
of a passageway below the villa which led to the upper floor.
This space, 2.2 metres wide but of a length
which has yet to be determined, featured a wooden floor, as indicated by the
presence of six holes in the walls for housing the beams which supported a
gallery. The room was destroyed by the collapse of the highest parts of the
masonry, beneath which was found a thick layer formed from the succession of
pyroclastic currents that were typical of the eruption of AD 79.
Novembre 2020. I corpi sono stati individuati in un vano laterale del
criptoportico, corridoio di passaggio sottostante della villa, che consentiva
l'accesso al piano superiore.
Questo spazio, largo 2,2 metri ma di lunghezza
ancora da determinare, presentava un pavimento in legno, come indicato dalla
presenza di sei fori nelle pareti per ospitare le travi che sostenevano una
galleria. La stanza fu distrutta dal crollo delle parti più alte della
muratura, sotto la quale fu trovato uno spesso strato formato dalla successione
di correnti piroclastiche tipiche dell'eruzione del 79 d.C.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
November
2020. Inside the room, initially voids were discovered in the layer of
hardened ash, below which the skeletons were encountered. Once the bones had
been analysed - by the physical anthropologist of the Park, who removed most of
them - plaster was poured in, according to the famous plaster casting technique
developed by Giuseppe Fiorelli.
In addition, when the voids left by the
bodies were discovered, endoscopic analysis was undertaken along with the
collection of samples of bone, and where possible, a laser scan was also made
of the void left by the body, with the final stage being the creation of a
plaster cast.
Novembre 2020. All'interno della stanza, inizialmente
sono stati scoperti vuoti nello strato di cenere indurita, sotto il quale sono
stati incontrati gli scheletri. Una volta analizzate le ossa - dall'antropologo
fisico del Parco, che ne rimosse la maggior parte - fu versato l'intonaco,
secondo la famosa tecnica di colata in gesso sviluppata da Giuseppe Fiorelli.
Inoltre, quando sono stati scoperti i vuoti
lasciati dai corpi, è stata intrapresa l'analisi endoscopica insieme alla
raccolta di campioni di ossa, e dove possibile, è stata fatta anche una
scansione laser del vuoto lasciato dal corpo, con la fase finale della
creazione di un calco in gesso.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
November
2020. The victims of Civita Giuliana: the latest
plaster casts of Pompeii
During the current excavations at Cività
Giuliana, around 700 metres northwest of Pompeii the servile part of the villa
had been discovered along with the stable containing the remains of three
harnessed horses, two skeletons of individuals caught in the fury of the
eruption have been found.
Just as in the first excavation campaign
when it was possible to create plaster casts of the horses, today it has been
possible to make casts of the two victims who were found near the
cryptoporticus, in the noble part of the villa which the latest investigations
have focused on.
Novembre 2020. Durante le attività di scavo in corso in località Civita
Giuliana, a circa 700 m a nord-ovest di Pompei era stata portata in luce la
parte servile della villa, la stalla con i resti di tre cavalli bardati, sono
stati rinvenuti due scheletri di individui colti dalla furia dell'eruzione.
Così come
nella prima campagna di scavo fu possibile realizzare i calchi dei cavalli,
oggi è stato possibile realizzare quelli delle due vittime rinvenute nei pressi
del criptoportico, nella parte nobile della villa oggetto delle nuove indagini.
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© Parco Archeologico di Pompei.
November
2020. The
bodies were found in a side room of the cryptoporticus.
The plaster casts have yielded the shapes of
the bodies of the two victims, in a supine position, victim 92 (right) and
victim 93 (left).
Both had died suddenly during the so-called
second pyroclastic flow, which struck Pompeii and the surrounding area in the
early hours of the 25th October, leading to the death
of the survivors who were still present in the city and countryside. This
second flow was preceded by a brief period of quiet, perhaps half an hour,
during which the survivors both at Pompeii and probably at Cività left their
dwellings in a vain attempt to save themselves.
The flow that struck was however very fast
and very violent, bringing down the first floors of the houses and surprising
the victims as they attempted to escape across a few centimetres of ash,
leading to their deaths. In this case it is probable that the pyroclastic flow
flooded the room through several openings, entombing them in the ash.
Novembre 2020. I corpi sono stati individuati in un vano laterale del
criptoportico.
I calchi in gesso hanno prodotto le forme dei corpi delle due vittime,
in posizione supina, vittima 92 (a destra) e vittima 93 (a sinistra)..
Entrambe erano state sorprese dalla morte durante la cosiddetta seconda
corrente piroclastica, che nelle prime ore del mattino del 25 ottobre investì
Pompei e il territorio circostante portando alla morte dei superstiti ancora
presenti in città e nelle campagne. Questa seconda corrente era stata preceduta
da una fase di breve quiete, forse di una mezz’ora, durante la quale i
sopravvissuti sia a Pompei che probabilmente a Civita, uscirono dalle
abitazioni nel vano tentativo di salvarsi.
La corrente che lì investì fu però molto veloce e turbolenta abbatté i
primi piani delle abitazioni e sorprese le vittime mentre fuggivano su pochi
centimetri di cenere, portandoli alla morte. Nel nostro caso è probabile che la
corrente piroclastica abbia invaso l’ambiente da più punti inglobando e
seppellendole nella cenere.
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© Parco Archeologico di Pompei.
November
2020. The two victims of Cività Giuliana, the
latest casts of Pompeii.
The bodies were found in a side room of the cryptoporticus.
Studies revealed that the first victim 92 (on right), with his head tilted, and his teeth and skull visible, was a young man, between 18 and 23/25 years of age, who was approximately 156cm tall.
The robust stature of victim 93 (on left),
particularly in the thorax area, suggests once again that this is a man, though
older than the other victim, aged between 30 and 40 years and approximately
162cm tall.
Roughly 1 metre east of the first victim, and 80cm east of the second, other holes were discovered during excavation works. Here too, plaster was poured in, revealing the presence not of victims but of objects which had perhaps been lost during the escape. Manual exploration of these ‘voids’, and the shape revealed by the plaster casts, revealed that these were heaps of cloth, with large and heavy folds; in particular the heap close to the first victim could be interpreted as a woollen mantle, which the young ‘slave’ had evidently taken with him during the escape.
Novembre 2020. Le due vittime di Civita Giuliana: gli ultimi calchi di
Pompei. I corpi sono stati individuati in un vano laterale del criptoportico.
La prima
vittima 92 (a destra), con il capo reclinato, denti e ossa del cranio visibili,
dai primi studi risulta essere un giovane, fra i 18 e i 23/25 anni, alto circa
156 cm.
La robustezza della vittima 93 (a sinistra), soprattutto a livello del
torace, suggerisce che anche in questo caso sia un uomo, più anziano però
rispetto all’altra vittima, con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto
circa 162 cm.
A 1 m circa ad est dalla prima vittima e a circa 80 cm a est della seconda,
nel corso dei lavori di scavo si sono rinvenuti altri fori; anche in questo
caso si è colato il gesso rivelando la presenza non di vittime bensì di
oggetti, forse persi durante la fuga. L’esplorazione manuale di questi “vuoti”,
poi la forma rivelata dal gesso hanno mostrato che si tratta di cumuli di
stoffa con grosse e pesanti pieghe; in particolare il cumulo vicino alla
vittima 1 sembra essere interpretabile come un mantello in lana, evidentemente
portato con se nella fuga dal giovane “schiavo”.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Victim 92. November 2020. First victim.
Studies revealed that the first victim, with his head tilted, and his teeth and skull visible, was a young man, between 18 and 23/25 years of age, who was approximately 156cm tall. The presence of a series of vertebral compressions, unusual in a young man of his age, would suggest that he had carried out hard manual work. He could therefore have been a slave. He wore a short tunic, of which the imprint of the drapery is clearly visible on the lower part of the belly, with thick rich folds and traces of heavy fabric, of a consistency which suggests that it was made of wool fibres. Several fragments of white plaster were found next to the face, and fragments of the wall preparation layer of the room were found alongside the legs.
Vittima 92. Novembre
2020. La prima vittima
La prima vittima, con il capo reclinato, denti e ossa del
cranio visibili, dai primi studi risulta essere un giovane, fra i 18 e i 23/25
anni, alto circa
156 cm. La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la
giovane età dell’individuo, fa ipotizzare anche lo svolgimento di lavori
pesanti. Poteva dunque trattarsi di uno schiavo. Indossava una tunica corta, di cui è ben
visibile l’impronta del panneggio sulla parte bassa del ventre, con ricche e
spesse pieghe, la cui consistenza assieme alle tracce di tessuto pesante, fanno
ipotizzare che si trattasse di fibre di lana. Accanto al volto sono presenti
alcuni frammenti di intonaco bianco e lungo le gambe frammenti della
preparazione parietale del vano.
Photograph © Parco Archeologico di Pompei.
November 2020. Victim 92, with his head tilted, and his teeth and skull visible, was a young man, between 18 and 23/25 years of age.
Novembre 2020. Vittima 92,
con il capo reclinato, denti e ossa del cranio visibili, era un giovane, fra i
18 e i 23/25 anni.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
November 2020. Victim 92.
Several fragments of white plaster were found next to the face, and fragments of the wall preparation layer of the room were found alongside the legs.
Novembre 2020.
Vittima 92.
Accanto al
volto sono presenti alcuni frammenti di intonaco bianco e lungo le gambe
frammenti della preparazione parietale del vano.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
November 2020. Victim 92, upper torso.
The presence of a series of vertebral compressions, unusual in a young man of his age, would suggest that he had carried out hard manual work. He could therefore have been a slave.
Novembre 2020.
Vittima 92, torso superiore.
La presenza di
una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la giovane età
dell’individuo, fa ipotizzare anche lo svolgimento di lavori pesanti. Poteva
dunque trattarsi di uno schiavo.
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© Parco Archeologico di Pompei.
November 2020. Victim92. Detail of tunic and hands.
He wore a short tunic, of which the imprint of the drapery is clearly visible on the lower part of the belly, with thick rich folds and traces of heavy fabric, of a consistency which suggests that it was made of wool fibres.
Novembre 2020.
Vittima 92, dettaglio di tunica e mani.
Indossava una
tunica corta, di cui è ben visibile l’impronta del panneggio sulla parte bassa
del ventre, con ricche e spesse pieghe, la cui consistenza assieme alle tracce
di tessuto pesante, fanno ipotizzare che si trattasse di fibre di lana.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Victim 93. November 2020. Second victim.
The second victim was found in an attitude
that was completely different to the first, but which is similar to that found
in other plaster casts at Pompeii: the head has fallen backwards into the
cinerite, at a lower level than the body, and the plaster cast has outlined the
chin, lips and nose, while the skull is preserved. The arms are folded with the
hands on the chest, similar to a position seen in other casts,
whilst the legs are spread apart with the knees bent.
The robust stature of the victim,
particularly in the thorax area, suggests once again that this is a man, though
older than the other victim, aged between 30 and 40 years and approximately
162cm tall.
Vittima 93. Novembre 2020. La seconda vittima.
La seconda vittima ha una posizione completamente differente rispetto alla
prima ma attestata in altri calchi a Pompei: il volto è riverso nella cinerite,
a un livello più basso del corpo, e il gesso ha delineato con precisione il
mento, le labbra e il naso, mentre si conservano le ossa del cranio. Le braccia
sono ripiegate con le mani sul petto, secondo una posizione attestata in altri
calchi, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate.
La robustezza della vittima, soprattutto a livello del torace, suggerisce
che anche in questo caso sia un uomo, più anziano però rispetto all’altra
vittima, con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 162 cm.
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© Parco Archeologico di Pompei.
November 2020. Victim 93.
This victim wore more intricate clothing
compared to the other, as he wore a tunic and mantle. Beneath the victim’s neck
and close to his sternum, where the fabric formed clear and heavy folds,
imprints of the fabric are preserved that are clearly visible and indicate a
woollen mantle which stopped at the left shoulder. At the position of the upper
left arm there is also an imprint of a different fabric pertaining to a tunic,
which would seem to have extended to the pelvic area. Fragments of white plaster
were found close to the face of the victim, which had probably collapsed from
the upper floor.
Novembre 2020. Vittima 93.
Questa vittima presenta un abbigliamento più articolato rispetto all’altra,
in quanto indossa una tunica e un mantello. Sotto il collo della vittima e in
prossimità dello sterno, dove la stoffa crea evidenti e pesanti pieghe, si
conservano infatti impronte di tessuto ben visibili relative ad un mantello in
lana che era fermato sulla spalla sinistra. In corrispondenza della parte
superiore del braccio sinistro si rinviene anche l’impronta di un tessuto
diverso pertinente ad una tunica, che sembrerebbe essere lunga fino alla zona
pelvica. Vicino al volto della vittima vi sono frammenti di intonaco bianco,
probabilmente crollati dal piano superiore.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. The four-wheeled processional chariot which has emerged intact from the excavation of the suburban villa of Cività Giuliana.
A large ceremonial chariot with four wheels, along with its iron components, beautiful bronze and tin decorations, mineralised wood remains and imprints of organic materials (from the ropes to the remains of floral decoration), has been discovered almost intact in the portico facing the stable where, in 2018, the remains of 3 equidae, including a horse still in its harness, had already been found.
This is an exceptional discovery, not only because it adds an additional element to the history of this dwelling and the story of the last moments in the lives of those who lived in it, as well as more generally to our understanding of the ancient world, but above all because it represents a unique find - which has no parallel in Italy thus far - in an excellent state of preservation.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Il Carro da
parata a quattro ruote emerso integro dallo scavo della villa suburbana in località Civita
Giuliana.
Un grande carro cerimoniale a quattro ruote, con i suoi elementi in ferro,
le bellissime decorazioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, le
impronte degli elementi organici (dalle corde a resti di decorazioni vegetali),
è stato rinvenuto quasi integro nel porticato antistante alla stalla dove già
nel 2018 erano emersi i resti di 3 equidi, tra cui un cavallo bardato.
Un ritrovamento eccezionale, non solo perché aggiunge un elemento in più
alla storia di questa dimora, al racconto degli ultimi istanti di vita di chi
abitava la villa, e più in generale alla conoscenza del mondo antico, ma
soprattutto perché restituisce un reperto unico - mai finora rinvenuto in
Italia – in ottimo stato di conservazione.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021.
An excavation was subsequently carried out which reached a depth of 6 metres relative to the road level, with stabilisation both of the excavation fronts and the robust masonry structures - which were preserved up to a level of 4 metres - that emerged over the course of the investigations.
From the very beginning, the excavation of the room where the chariot was found revealed its exceptional nature: the area in question is in fact a double-level portico which opens onto an uncovered courtyard, and which features the carbonised wooden ceiling with its network of beams, preserved in its entirety.
Archaeobotanical analyses have been carried out on the wood, which have shown that the ceiling was constructed of deciduous oak wood (Quercus sp. – cf. robur - English oak), a timber which was frequently used in the Roman age for structural elements. The carbonised wooden structure of the door on the southern side of the room, which connected the portico to the stable where the three equids were recently discovered, was also preserved, and upon analysis was identified as beechwood.
The wooden ceiling was carefully consolidated, cleaned, and removed from the excavation area in order to permit the investigations to continue.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021.
Si è quindi proceduto ad uno scavo che ha raggiunto i 6 metri di profondità
rispetto al piano stradale, mettendo in sicurezza sia i fronti di scavo che le
possenti strutture murarie – conservate fino a 4 m. - che emergevano nel corso
delle indagini
Lo scavo dell’ambiente dove si è rinvenuto il carro ha mostrato fin
dall’inizio la sua eccezionalità: si tratta infatti di un portico a due piani,
aperto su una corte scoperta, che conservava in tutta la sua interezza il
solaio ligneo carbonizzato con il suo ordito di travi.
Si sono condotte analisi archeobotaniche del legno che hanno mostrato come
il solaio fosse stato realizzato in legno di quercia decidua (Quercus sp. –
cfr. robur - farnia), un legno frequentemente
utilizzato in età romana per realizzare elementi strutturali. Anche la porta
sul lato sud della stanza, che metteva in comunicazione il portico con la
stalla dove negli scorsi anni si sono rinvenuti 3
equidi, conservava la sua struttura in legno carbonizzato che è stato
analizzato e identificato come faggio.
Il solaio ligneo è stato accuratamente consolidato, pulito e rimosso
dall’area di scavo per permettere il proseguimento delle indagini.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. On January 7th, 2021, an iron artefact, the shape of which suggested the presence of a significant buried artefact, emerged from the covering of volcanic material which had flooded into the portico, just below the removed wooden ceiling.
Cività
Giuliana. Il 7 gennaio 2021, è emerso dalla coltre di materiale vulcanico che aveva
invaso il portico, proprio al di sotto del solaio ligneo rimosso, un elemento
in ferro che dalla forma lasciava ipotizzare la presenza di un manufatto
di rilievo sepolto.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. The excavation, which proceeded slowly over the following weeks due to the fragility of the elements which were progressively emerging, unearthed a ceremonial chariot, which had miraculously been spared by both the collapse of the walls and ceiling of the room and by the illegal activities, with tunnels passing it by on two sides, but without compromising the structure.
From the moment it was identified, the excavation of the chariot has proved to be particularly complex due to the fragility of the materials involved and the difficult working conditions; as a result, it was necessary to proceed by means of a micro-excavation conducted by the restorers of the Park, who are specialised in the treatment of wood and metals. At the same time, whenever a void was discovered, plaster was poured in as part of an attempt to preserve the imprint of the organic material that was no longer present. Consequently, it has been possible to preserve the shaft and platform of the chariot, as well as the imprints of ropes, thus revealing the chariot in all of its complexity.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Lo scavo proseguito lentamente nelle
settimane successive – per la fragilità degli elementi che si
progressivamente emergevano, ha portato alla luce un carro cerimoniale,
risparmiato miracolosamente sia dai crolli delle murature e delle coperture
dell’ambiente sia dalle attività clandestine, che con lo scavo di due cunicoli
lo hanno sfiorano su due lati, senza averne compromessa la struttura.
Sin dal momento della sua individuazione lo scavo del carro si è rivelato
particolarmente complesso per la fragilità dei materiali e le difficili
condizioni di lavoro; si è quindi dovuto procedere con un vero e proprio microscavo condotto dalle restauratrici del Parco
specializzate nel trattamento del legno e dei metalli. Parallelamente, ogni
volta che si rinveniva un vuoto, è stato colato del gesso per tentare di
preservare l’impronta del materiale organico non più presente. Così si è potuto
conservare il timone e il panchetto del carro, ma anche impronte di funi e
cordami, restituendo così il carro nella sua complessità.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. With the in situ micro-excavation completed, the various elements of the chariot have been transported to the laboratory of the Archaeological Park of Pompeii, where the restorers are working to complete the removal of volcanic material which still engulfs certain metal elements, and to begin the lengthy restoration and reconstruction of the chariot.
What has emerged has been systematically recorded via careful photographic documentation and through laser scanner surveying.
The chariot was found inside a double-level portico which probably faced onto an uncovered courtyard, not far from the already-investigated stable, to which it was connected by a door. We might recall that in the adjacent stable "e", which had already been investigated, it was possible to create casts not only of the trough, but also of a large horse, which bore a rich bronze harness. In the same room two other horses were discovered, one lying on its right side and the other on its left, of which it was sadly not possible to make a cast as a result of the damage caused by the tunnels of the grave robbers, and subsequent overbuilding of the cavities, which destroyed the context of the discovery. Nevertheless, other bronze harness elements were recovered, relating to a saddle and other parade elements, which can certainly be connected to the newly discovered chariot.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Terminato il microscavo
in situ, attualmente i vari elementi del carro sono stati trasportati in
laboratorio all’interno del Parco archeologico di Pompei, dove le restauratrici
stanno procedendo a completare la rimozione del materiale vulcanico che ancora
ingloba alcuni elementi metallici e a iniziare i lunghi lavori di restauro e
ricostruzione del carro.
Quanto emerso è stato sistematicamente documentato mediante accurata
documentazione fotografica e tramite rilievo con laser scanner
Il carro è stato ritrovato all’interno di un portico a due livelli che
affacciava probabilmente su una corte scoperta, nei pressi della stalla già
indagata, con la quale comunicava attraverso una porta. Nella stalla adiacente
già indagata "e", ricordiamo che era stato possibile realizzare oltre
al calco della mangiatoia, il calco di un cavallo di grande taglia, che
presentava ricche bardature in bronzo. Nello stesso ambiente si rinvennero
altri due cavalli, uno riverso sul fianco destro e uno sul fianco sinistro, di
cui non è stato possibile realizzare il calco, a causa dei danni causati dai
tunnel dei tombaroli e alla conseguente cementificazione delle cavità, che ne
avevano distrutto il contesto di ritrovamento. Sono state tuttavia rinvenute
altre bardature in bronzo, pertinenti ad una sella e altri elementi da parata,
di sicura correlazione con il carro rinvenuto.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021.
The layer of cinerite which entombed the chariot had allowed the preservation of its original dimensions and of the individual parts which mark out the connected structure.
The artefact in question is a four-wheeled chariot which, on the basis of information recorded by sources and the few archaeological traces that have otherwise been found to date, can probably be identified as a pilentum, a transport vehicle used in the Roman world by the elites in ceremonial contexts.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021
La coltre di cinerite che ha sigillato il carro ha permesso la
conservazione delle dimensioni originarie e delle singole parti che ne
scandiscono la struttura in connessione.
Si tratta di un carro a quattro ruote, probabilmente identificabile sulla
base delle notizie tramandate dalle fonti e dei pochi riscontri archeologici ad
oggi noti con un Pilentum, un veicolo da trasporto usato nel mondo romano dalle
élites in contesti cerimoniali.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. “It is an extraordinary discovery for the advancement of our knowledge of the ancient world”, declared Massimo Osanna, outgoing Director of the Archaeological Park, “At Pompeii vehicles used for transport have been found in the past, such as that of the House of Menander, or the two chariots discovered at Villa Arianna (one of which can be admired at the new Stabian Antiquarium), but nothing like the Cività Giuliana chariot.
What we have is a ceremonial chariot, probably the Pilentum referred to by some sources, which was employed not for everyday use or for agricultural transport, but to accompany community festivities, parades and processions. This type of chariot, which has never before emerged from Italian soil, bears comparison with finds uncovered around fifteen years ago inside a burial mound in Thrace (in northern Greece, near the Bulgarian border). One of the Thracian chariots is particularly similar to ours, even if it lacks the extraordinary figurative decorations that accompany the Pompeian find.
The scenes on the medallions which embellish the rear of the chariot refer to Eros (Satyrs and nymphs), while the numerous studs feature erotes. Considering that the ancient sources allude to the use of the Pilentum by priestesses and ladies, one cannot exclude the possibility that this could have been a chariot used for rituals relating to marriage, for leading the bride to her new household.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. “E’ una scoperta straordinaria per
l'avanzamento della conoscenza del mondo antico. – dichiara Massimo Osanna,
Direttore uscente del Parco archeologico - A Pompei sono stati ritrovati in
passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due
carri rinvenuti a Villa Arianna (uno dei quali si può ammirare nel nuovo
Antiquarium Stabiano), ma niente di simile al carro di Civita Giuliana.
Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il Pilentum noto
dalle fonti, utilizzato non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli, ma
per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni. Mai
emerso dal suolo italiano, il tipo di carro trova confronti con reperti
rinvenuti una quindicina di anni fa all’interno di un tumulo funerario della
Tracia (nella Grecia settentrionale, al confine con la Bulgaria). Uno dei carri
traci è particolarmente vicino al nostro anche se privo delle straordinarie
decorazioni figurate che accompagnano il reperto pompeiano.
Le scene dei medaglioni che impreziosiscono il retro del carro
rimandano all'eros (Satiri e ninfe), mentre le numerose borchie presentano
eroti. Considerato che le fonti antiche alludono
all’uso del Pilentum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che
potesse trattarsi di un carro usato per rituali legati al matrimonio, per
condurre la sposa nel nuovo focolare domestico.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. Atop high iron wheels, connected by an advanced mechanical system, rests the light carriage (0.90 x 1.40 m), or the main part of the chariot, where the seat was located, surrounded by metal arm and backrests, for either one or two individuals.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Su alte ruote in ferro, connesse tra loro da un
sistema meccanico di avanzata tecnologia, si erge il leggero cassone (0.90 x
1.40 m), parte principale del carro, su cui era prevista la seduta, contornata
da braccioli e schienale metallici, per uno o due individui.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. Archaeobotanical analyses were also conducted in this instance, which showed that the wood used to create the side structures and rear of the chariot, to which the bronze decorative elements were fixed with small nails and clamps, was beech, which is particularly suitable for this kind of production.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Anche in questo caso si sono svolte analisi
archeobotaniche che hanno mostrato come il legno della
strutture del carro e delle ruote sia frassino, elastico e leggero- come
riportato da Plinio- mentre gli elementi decorativi in bronzo erano sostenuti
da faggio, particolarmente adatto a questo tipo di lavorazione.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. Chariot showing decoration and two of the iron wheels.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Carro che mostra decorazione e due delle ruote
di ferro.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. The carriage is richly decorated along both sides with alternating engraved bronze sheet and red and black painted wooden panels, whilst at the rear there is a complex and extensive decorative system featuring three distinct registers with a succession of bronze and tin medallions with figurative scenes.
These medallions, set in bronze sheet and surrounded by decorative motifs, represent male and female figures in relief, depicted in erotic scenes.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Il cassone è riccamente decorato sui due lati
lunghi con l’alternanza di lamine bronzee intagliate e pannelli lignei dipinti
in rosso e nero, mentre sul retro termina con un complesso e articolato sistema
decorativo che prevede tre distinti registri con una successione di medaglioni
in bronzo e stagno con scene figurate.
Questi, incastonati nelle lamine bronzee e contornati da motivi decorativi
in esse ricavati, rappresentano figure maschili e femminili a rilievo ritratte
in scene a sfondo erotico.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. The bronze sheet is also decorated in its upper section with small medallions, also in tin, which depict cupids engaged in various activities.
In the lower section of the chariot there is a small female herm in bronze with a crown.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. La lamina bronzea è inoltre decorata nella parte
superiore con piccoli medaglioni, sempre in stagno, che riproducono amorini
impegnati in varie attività.
Nella parte inferiore del carro si conserva una piccola erma femminile in
bronzo con corona.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021.
These medallions, set in bronze sheet and surrounded by decorative motifs, represent male and female figures in relief, depicted in erotic scenes.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021.
Questi, incastonati nelle lamine bronzee e contornati da motivi decorativi
in esse ricavati, rappresentano figure maschili e femminili a rilievo ritratte
in scene a sfondo erotico.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. Chariot
with wheel rim showing.
This kind of chariot is entirely unique in Italy, not only on account of its state of preservation, as we have not only individual decorations but the entire vehicle, but also because it is not a chariot used for the transport of agricultural products or the activities of daily life, as is already attested both at Pompeii and Stabiae.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Carro con cerchione che mostra.
Questo tipo di carro è un vero e proprio unicum in Italia non solo per il
livello di conservazione, in quanto non abbiamo solo le singole decorazioni ma
l’intero veicolo, ed anche perché non è un carro da trasporto per i prodotti
agricoli o per le attività della vita quotidiana, già attestati sia a Pompei
che a Stabia.
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. One of the iron wheels
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Una delle ruote di ferro
Photograph
© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. Whenever a void was discovered, plaster was poured in as part of an attempt to preserve the imprint of the organic material that was no longer present. Consequently, it has been possible to preserve the shaft and platform of the chariot, as well as the imprints of ropes, thus revealing the chariot in all of its complexity.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Ogni volta che si rinveniva un vuoto, è stato
colato del gesso per tentare di preservare l’impronta del materiale organico
non più presente. Così si è potuto conservare il timone e il panchetto del
carro, ma anche impronte di funi e cordami, restituendo così il carro nella sua
complessità.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Cività Giuliana. February 2021. It has been possible to preserve the shaft and platform of the chariot, as well as the imprints of ropes, thus revealing the chariot in all of its complexity.
Cività
Giuliana. Febbraio 2021. Si è potuto conservare il timone e il panchetto del
carro, ma anche impronte di funi e cordami, restituendo così il carro nella sua
complessità.
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© Parco Archeologico di Pompei.
Horses - Cavalli Victims - Vittime Chariot - Carro